top of page
Eledriel, la protagonista del libro fantasy Senzamarchio

SENZAMARCHIO

LA TRILOGIA COMPLETA

Fantasy Bestseller Amazon.
Oltre 350.000 pagine lette e più di 170 recensioni totali.
Ora in Edizione Trilogia Completa,
con 55 immagini a colori.

Eledriel è un'innata, in grado di attingere alla magia in modo istintivo. Il Marchio è stato creato per impedirglielo.

⭐⭐⭐⭐⭐

"Ho letteralmente divorato il libro. Che dire se non che è stupendo! Scrittura fluida (mi ha ricordato moltissimo la trilogia dei draghi di Margaret Weis e Tracy Hickman che reputo tra i libri più belli del genere), storia appassionante, personaggi meravigliosi e affascinanti, si rivivono perfettamente le emozioni e atmosfere di una campagna di gioco, bravissima.
Per chi come me ha avuto la fortuna di conoscere alcuni personaggi e interpretare uno di essi, l’emozione è stata davvero immensa, grazie di cuore!"

Denis

La Trilogia dei Senzamarchio, libro fantasy di Francesca Petroni
Lo Strappo. Una singolarità misteriosa che apre le Cronache del Continente.

Capitolo 1

Lo Strappo fu annunciato da un rombo basso e disarmonico. Ribollì, nero come un incubo e profondo come la morte, strattonando i lembi del mondo fino a renderli sfuggenti allo sguardo. La vibrazione sollevò una nebbia giallastra di detriti che ricadde di colpo, quando la realtà si squarciò. Malark Morn cadde in ginocchio, ma non perse la presa sull’artefatto che teneva in una mano. Cadaveri umanoidi e di bestie immonde vennero sollevati e gettati a metri di distanza, testimoni di una battaglia che aveva raggiunto il suo culmine per poi morire fra sangue e viscere. Eledriel arrancò verso di lui, tentando di proteggersi gli occhi dalla sabbia tagliente che le saettava contro.

«No!» urlò, protendendosi in quella direzione. «È troppo presto!»

Malark la guardò e lei gemette, riconoscendo nei suoi occhi la fine di ogni cosa.

«Ti prego» implorò, come se lui potesse sentirla nello strepito che scuoteva la terra, poi volse lo sguardo alle proprie spalle.

Vide l’Avanguardia Eburnea che galoppava armi alla mano, sollevando una nuvola di polvere. Era l’immagine della sconfitta che si annunciava in una forma e in un nome. Il terrore le si riversò nelle vene, fondendosi al potere come catrame nero e denso. Urlò di nuovo, ma stavolta non udì la sua voce. Fu silenzio e nient’altro. Un nulla ermetico senza tempo e senza significato. La magia si era abbattuta su di lei e il cielo fu oscurato dalle frecce.

Si sentì sopraffare e lo vide troppo tardi.Il dardo aveva trafitto Malark, entrando dal fianco per uscire dall’altra parte. Eledriel sentì gli altri saettare e cercò di respingerli fra i singhiozzi, attingendo al proprio potere. Non ci riuscì e qualcosa in lei andò in frantumi. Il fragore della battaglia esplose di colpo, in un boato che la travolse, stroncando in lei ogni volontà di sfuggire alla propria condanna.

Si lasciò scivolare a terra, trovandosi fra le dita la sabbia gelida del deserto e, sulla gola, il bagliore di una lama. Sollevò il mento e sul volto del capitano dell’Avanguardia lesse tutta la vergogna che provava verso sé stessa.

«Che almeno sia tu a farlo» gemette Eledriel, abbassando la testa.Trascorse un attimo che sembrò senza fine, poi la lama sibilò il suo ultimo canto e discese su di lei con grazia e giustizia.

bottom of page